Riconoscimento giuridico dei quadri intermedi (Legge 13 Maggio 1985 n. 190)

Legge 13 maggio 1985, n. 190 (in Gazz. Uff., 17 maggio, n. 115). – Riconoscimento giuridico dei quadri intermedi.

ARTICOLO N.1

1. Il primo comma dell’art. 2095 del codice civile è sostituito dal seguente: “I prestatori di lavoro subordinato si distinguono in dirigenti, quadri, impiegati e operai”.

ARTICOLO N.2

1. La categoria dei quadri è costituita dai prestatori di lavoro subordinato che, pur non appartenendo alla categoria dei dirigenti, svolgano funzioni con carattere continuativo di rilevante importanza ai fini dello sviluppo e dell’attuazione degli obiettivi dell’impresa.

2. I requisiti di appartenenza alla categoria dei quadri sono stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale o aziendale in relazione a ciascun ramo di produzione e alla particolare struttura organizzativa dell’impresa.

3. Salvo diversa espressa disposizione, ai lavoratori di cui al comma 1 si applicano le norme riguardanti la categoria degli impiegati.

ARTICOLO N.3

1. In sede di prima applicazione, entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge, le imprese provvederanno a definire attraverso la contrattazione collettiva l’attribuzione della qualifica di quadro, così come previsto e con le modalità stabilite dall’articolo 2, comma 2, della presente legge.

ARTICOLO N.4

Ferme restando le disposizioni di cui al libro V, titolo IX, del codice civile e le leggi speciali vigenti in materia, i contratti collettivi possono definire le modalità tecniche di valutazione e l’entità del corrispettivo economico della utilizzazione, da parte dell’impresa, sia delle innovazioni di rilevante importanza nei metodi o nei processi di fabbricazione ovvero nell’organizzazione del lavoro, sia delle invenzioni fatte dai quadri, nei casi in cui le predette innovazioni o invenzioni non costituiscano oggetto della prestazione di lavoro dedotta in contratto.

ARTICOLO N.5

Il datore di lavoro è tenuto ad assicurare il quadro intermedio contro il rischio di responsabilità civile verso terzi conseguente a colpa nello svolgimento delle proprie mansioni contrattuali. La stessa assicurazione deve essere stipulata dal datore di lavoro in favore di tutti i propri dipendenti che, a causa del tipo di mansioni svolte, sono particolarmente esposti al rischio di responsabilità civile verso terzi.

ARTICOLO N.6

1. In deroga a quanto previsto dal primo comma dell’art. 2103 del codice civile, come modificato dall’art. 13, L. 20 maggio 1970, n. 300, l’assegnazione del lavoratore alle mansioni superiori di cui all’articolo 2 della presente legge ovvero a mansioni dirigenziali, che non sia avvenuta in sostituzione di lavoratori assenti con diritto alla conservazione del posto, diviene definitiva quando si sia protratta per il periodo di tre mesi o per quello superiore fissato dai contratti collettivi (1).

(1) Articolo così sostituito dall’art. 1, l. 2 aprile 1986, n. 106.


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