Norme in materia di mobilità (Legge 23 Lugio 1991 n. 223, Artt. 4 – 5 – 24)

CAPO II

NORME IN MATERIA DI MOBILITÀ

Art. 4

Procedura per la dichiarazione di mobilità.
  1. L’impresa che sia stata ammessa al trattamento straordinario di integrazione salariale, qualora nel corso di attuazione del programma di cui all’articolo 1 ritenga di non essere in grado di garantire il reimpiego a tutti i lavoratori sospesi e di non poter ricorrere a misure alternative, ha facoltà di avviare la procedura di licenziamento collettivo ai sensi del presente articolo. (1)
  2. Le imprese che intendano esercitare la facoltà di cui al co. 1 sono tenute a darne comunicazione preventiva per iscritto alle rappresentanze sindacali aziendali costituite a norma dell’articolo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, nonché alle rispettive associazioni di categoria. In mancanza delle predette rappresentanze la comunicazione deve essere effettuata alle associazioni di categoria aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale. La comunicazione alle associazioni di categoria può essere effettuata per il tramite dell’associazione dei datori di lavoro alla quale l’impresa aderisce o conferisce mandato.
  3. La comunicazione di cui al co. 2 deve contenere indicazione: dei motivi che determinano la situazione di eccedenza; dei motivi tecnici, organizzativi o produttivi, per i quali si ritiene di non poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, il licenziamento collettivo; del numero, della collocazione aziendale e dei profili professionali del personale eccedente nonché del personale abitualmente impiegato; dei tempi di attuazione del programma di riduzione del personale; delle eventuali misure programmate per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale della attuazione del programma medesimo del metodo di calcolo di tutte le attribuzioni patrimoniali diverse da quelle già previste dalla legislazione vigente e dalla contrattazione collettiva. Alla comunicazione va allegata copia della ricevuta del versamento all’INPS, a titolo di anticipazione sulla somma di cui all’articolo 5, co. 4, di una somma pari al trattamento massimo mensile di integrazione salariale moltiplicato per il numero dei lavoratori ritenuti eccedenti. (2)
  4. Copia della comunicazione di cui al co. 2 e della ricevuta del versamento di cui al co. 3 devono essere contestualmente inviate all’Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione. (3)
  5. Entro sette giorni dalla data del ricevimento della comunicazione di cui al co. 2, a richiesta delle rappresentanze sindacali aziendali e delle rispettive associazioni si procede ad un esame congiunto tra le parti, allo scopo di esaminare le cause che hanno contribuito a determinare l’eccedenza del personale e le possibilità di utilizzazione diversa di tale personale, o di una sua parte, nell’ambito della stessa impresa, anche mediante contratti di solidarietà e forme flessibili di gestione del tempo di lavoro. Qualora non sia possibile evitare la riduzione di personale, è esaminata la possibilità di ricorrere a misure sociali di accompagnamento intese, in particolare, a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati. I rappresentanti sindacali dei lavoratori possono farsi assistere, ove lo ritengano opportuno, da esperti. (4)
  6. La procedura di cui al co. 5 deve essere esaurita entro quarantacinque giorni dalla data del ricevimento della comunicazione dell’impresa. Quest’ultima dà [all’Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione] (5) comunicazione scritta sul risultato della consultazione e sui motivi del suo eventuale esito negativo. Analoga comunicazione scritta può essere inviata dalle associazioni sindacali dei lavoratori.
  7. Qualora non sia stato raggiunto l’accordo, il direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione (6) convoca le parti al fine di un ulteriore esame delle materie di cui al co. 5, anche formulando proposte per la realizzazione di un accordo. Tale esame deve comunque esaurirsi entro trenta giorni dal ricevimento da parte dell’Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione (7) della comunicazione dell’impresa prevista al co. 6.
  8. Qualora il numero dei lavoratori interessati dalle procedure di licenziamento collettivo sia inferiore a dieci, i termini di cui ai commi 6 e 7 sono ridotti alla metà. (8)
  9. Raggiunto l’accordo sindacale ovvero esaurita la procedura di cui ai commi 6, 7 e 8, l’impresa ha facoltà di licenziare gli impiegati, gli operai e i quadri eccedenti, comunicando per iscritto a ciascuno di essi il recesso, nel rispetto dei termini di preavviso. Entro sette giorni dalla comunicazione dei recessi, l’elenco dei lavoratori licenziati, con l’indicazione per ciascun soggetto del nominativo, del luogo di residenza, della qualifica, del livello di inquadramento, dell’età, del carico di famiglia, nonché con puntuale indicazione delle modalità con le quali sono stati applicati i criteri di scelta di cui all’articolo 5, co. 1, deve essere comunicato per iscritto [all’Ufficio regionale del lavoro e della massima occupazione] competente, alla Commissione regionale per l’impiego e alle associazioni di categoria di cui al co. 2. (9)
  10. Nel caso in cui l’impresa rinunci a licenziare i lavoratori o ne collochi un numero inferiore a quello risultante dalla comunicazione di cui al co. 2, la stessa procede al recupero delle somme pagate in eccedenza rispetto a quella dovuta ai sensi dell’articolo 5, co. 4, mediante conguaglio con i contributi dovuti all’INPS, da effettuarsi con il primo versamento utile successivo alla data di determinazione del numero dei lavoratori licenziati. (10)
  11. Gli accordi sindacali stipulati nel corso delle procedure di cui al presente articolo, che prevedano il riassorbimento totale o parziale dei lavoratori ritenuti eccedenti, possono stabilire, anche in deroga al secondo co. dell’articolo 2103 del codice civile, la loro assegnazione a mansioni diverse da quelle svolte.
  12. Le comunicazioni di cui al co. 9 sono prive di efficacia ove siano state effettuate senza l’osservanza della forma scritta e delle procedure previste dal presente articolo. Gli eventuali vizi della comunicazione di cui al co. 2 del presente articolo possono essere sanati, ad ogni effetto di legge, nell’ambito di un accordo sindacale concluso nel corso della procedura di licenziamento collettivo. (11)
  13. I lavoratori ammessi al trattamento di cassa integrazione, al termine del periodo di godimento del trattamento di integrazione salariale, rientrano in azienda.
  14. Il presente articolo non trova applicazione nel caso di eccedenze determinate da fine lavoro nelle imprese edili e nelle attività stagionali o saltuarie, nonché per i lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo determinato.
  15. Nei casi in cui l’eccedenza riguardi unità produttive ubicate in diverse province della stessa regione ovvero in piè regioni, la competenza a promuovere l’accordo di cui al co. 7 spetta rispettivamente al direttore dell’Ufficio regionale del lavoro e della massima occupazione (12) ovvero al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Agli stessi vanno inviate le comunicazioni previste dal co. 4.
  1. bis. Gli obblighi di informazione, consultazione e comunicazione devono essere adempiuti indipendentemente dal fatto che le decisioni relative all’apertura delle procedure di cui al presente articolo siano assunte dal datore di lavoro o da un’impresa che lo controlli. Il datore di lavoro che viola tali obblighi non può eccepire a propria difesa la mancata trasmissione, da parte dell’impresa che lo controlla, delle informazioni relative alla decisione che ha determinato l’apertura delle predette procedure. (13)
  2. Sono abrogati gli articoli 24 e 25 della legge 12 agosto 1977, n. 675, le disposizioni del decreto-legge 30 marzo 1978, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 1978, n. 215, ad eccezione dell’articolo 4-bis, nonché il decreto-legge 13 dicembre 1978, n. 795, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 febbraio 1979, n. 36.

(1) co. modificato dall’articolo 2, co. 72, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92
(2) Per un’interpretazione autentica del presente comma, vedi l’Art. 8, co. 8, D.L. 20 maggio 1993, n. 148, conv. in L. 19 luglio 1993, n. 236. co. così modificato dall’Art. 1, co. 1, D. Lgs. 26 maggio 1997, n. 151. Da ultimo, co. modificato dall’articolo 2, co. 72, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(3) Ora, Direzione provinciale del lavoro, ex d.m. 7 novembre 1996, n. 687.
(4) co. così modificato dall’Art. 1, co. 2, D. Lgs. 26 maggio 1997, n. 151.
(5) Ora, Direzione provinciale del lavoro, ex d.m. 7 novembre 1996, n. 687.
(6) Ora, Direzione provinciale del lavoro, ex d.m. 7 novembre 1996, n. 687.
(7) Ora, Direzione provinciale del lavoro, ex d.m. 7 novembre 1996, n. 687.
(8) co. modificato dall’articolo 2, co. 72, lettera c), della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(9) co. così modificato dall’Art. 1, co. 2, D. Lgs. 26 maggio 1997, n. 151, dall’articolo 1, co. 44, della legge 28 giugno 2012 , n. 92e dall’articolo 2, co. 72, lettera d), della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(10) co. modificato dall’articolo 2, co. 72, lettera e), della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(11) co. modificato dall’articolo 1, co. 45, della legge 28 giugno 2012 , n. 92.
(12) Ora, Direzione regionale del lavoro, exd.m. 7 novembre 1996, n. 687.
(13) co. aggiunto dall’Art. 1, co. 3, D. Lgs. 26 maggio 1997, n. 151. Vedi, inoltre, l’articolo 1 co. 18 della legge 23 agosto 2004, n. 243.

Art. 5

Criteri di scelta dei lavoratori ed oneri a carico delle imprese.
  1. L’individuazione dei lavoratori da licenziare deve avvenire, in relazione alle esigenze tecnico-produttive ed organizzative del complesso aziendale, nel rispetto dei criteri previsti da contratti collettivi stipulati con i sindacati di cui all’articolo 4, co. 2, ovvero, in mancanza di questi contratti, nel rispetto dei seguenti criteri, in concorso tra loro:
    1. carichi di famiglia;
    2. anzianità:
    3. esigenze tecnico-produttive ed organizzative. (1)
  2. Nell’operare la scelta dei lavoratori da licenziare, l’impresa è tenuta al rispetto dell’articolo 9, ultimo comma, del decreto-legge 29 gennaio 1983, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 marzo 1983, n. 79. L’impresa non può altresì licenziare una percentuale di manodopera femminile superiore alla percentuale di manodopera femminile occupata con riguardo alle mansioni prese in considerazione. (2)
  3. Qualora il licenziamento sia intimato senza l’osservanza della forma scritta, si applica il regime sanzionatorio di cui all’articolo 18, primo comma, della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni. In caso di violazione delle procedure richiamate all’articolo 4, co. 12, si applica il regime di cui al terzo periodo del settimo co. del predetto articolo 18. In caso di violazione dei criteri di scelta previsti dal co. 1, si applica il regime di cui al quarto co. del medesimo articolo 18. Ai fini dell’impugnazione del licenziamento si applicano le disposizioni di cui all’articolo 6 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni. (3)
  4. Per ciascun lavoratore posto in mobilità l’impresa è tenuta a versare alla gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali, di cui all’Art. 37, L. 9 marzo 1989, n. 88, in trenta rate mensili, una somma pari a sei volte il trattamento mensile iniziale di mobilità spettante al lavoratore. Tale somma è ridotta alla metà quando la dichiarazione di eccedenza del personale di cui all’Art. 4, co. 9, abbia formato oggetto di accordo sindacale. (4)
  5. L’impresa che, secondo le procedure determinate dalla Commissione regionale per l’impiego, procuri offerte di lavoro a tempo indeterminato aventi le caratteristiche di cui all’Art. 9, co. 1, lettera b), non è tenuta al pagamento delle rimanenti rate relativamente ai lavoratori che perdano il diritto al trattamento di mobilità in conseguenza del rifiuto di tali offerte ovvero per tutto il periodo in cui essi, accettando le offerte procurate dalla impresa, abbiano prestato lavoro. Il predetto beneficio è escluso per le imprese che si trovano, nei confronti dell’impresa disposta ad assumere, nei rapporti di cui all’Art. 8, co. 4-bis. (5)
  6. Qualora il lavoratore venga messo in mobilità dopo la fine del dodicesimo mese successivo a quello di emanazione del decreto di cui all’articolo 2, co. 1, e la fine del dodicesimo mese successivo a quello del completamento del programma di cui all’articolo 1, co. 2, nell’unità produttiva in cui il lavoratore era occupato, la somma che l’impresa è tenuta a versare ai sensi del co. 4 del presente articolo è aumentata di cinque punti percentuali per ogni periodo di trenta giorni intercorrente tra l’inizio del tredicesimo mese e la data di completamento del programma. Nel medesimo caso non trova applicazione quanto previsto dal secondo co. dell’Art. 2 della L. 8 agosto 1972, n. 464(6).

(1) co. modificato dall’articolo 2, co. 73, della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(2) co. modificato dall’Art. 6, co. 5 bis, D.L. 20 maggio 1993, n. 148, conv. in L. 19 luglio 1993, n. 236e dall’articolo 2, co. 73, della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(3) co. sostituito dall’articolo 1, co. 46, della legge 28 giugno 2012 , n. 92.
(4) Per un’interpretazione autentica del presente comma, vedi l’Art. 8, co. 8, D.L. 20 maggio 1993, n. 148, conv. in L. 19 luglio 1993, n. 236. co. abrogato, a decorrere dal 1° gennaio 2017, dall’articolo 2, co. 71, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92.
(5) co. modificato dall’Art. 2, co. 2, D.L. 16 maggio 1994, n. 299, conv. in L. 19 luglio 1994, n. 451. Da ultimo, co. abrogato, a decorrere dal 1° gennaio 2017, dall’articolo 2, co. 71, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92
(6) co. abrogato, a decorrere dal 1° gennaio 2017, dall’articolo 2, co. 71, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92

TITOLO I

NORME IN MATERIA DI INTEGRAZIONE SALARIALE E DI ECCEDENZE DI PERSONALE

CAPO IV

NORME FINALI E TRANSITORIE

Art. 17

Reintegrazione dei lavoratori e procedure di mobilità.
  1. Qualora i lavoratori il cui rapporto sia risolto ai sensi degli articoli 4, co. 9, e 24 vengano reintegrati a norma dell’ articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni, l’ impresa, sempre nel rispetto dei criteri di scelta di cui all’ articolo 5, co. 1, può procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro di un numero di lavoratori pari a quello dei lavoratori reintegrati senza dover esperire una nuova procedura, dandone previa comunicazione alle rappresentanze sindacali aziendali.

– Omissis –

Art. 24

Norme in materia di riduzione del personale.
1. Le disposizioni di cui all’ articolo 4, commi da 2 a 12 e 15-bis, e all’ articolo 5, commi da 1 a 5, si applicano alle imprese che occupino piè di quindici dipendenti e che, in conseguenza di una riduzione o trasformazione di attività o di lavoro, intendano effettuare almeno cinque licenziamenti, nell’ arco di centoventi giorni, in ciascuna unità produttiva, o in piè unità produttive nell’ ambito del territorio di una stessa provincia. Tali disposizioni si applicano per tutti i licenziamenti che, nello stesso arco di tempo e nello stesso ambito, siano comunque riconducibili alla medesima riduzione o trasformazione. (1)
1-bis. Le disposizioni di cui all’ articolo 4 , commi 2, 3, con esclusione dell’ ultimo periodo, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 14, 15 e 15-bis, e all’ articolo 5 , commi 1, 2 e 3, si applicano ai privati datori di lavoro non imprenditori alle medesime condizioni di cui al co. 1. I lavoratori licenziati vengono iscritti nella lista di cui all’ articolo 6 , co. 1, senza diritto all’ indennità di cui all’ articolo 7 . Ai lavoratori licenziati ai sensi del presente co. non si applicano le disposizioni di cui agli articoli 8 , commi 2 e 4, e 25, co. 9. (2)
1-ter. La disposizione di cui all’ articolo 5 , co. 3, ultimo periodo, non si applica al recesso intimato da datori di lavoro non imprenditori che svolgono, senza fini di lucro, attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto. (2)
1-quater. Nei casi previsti dall’ articolo 5 , co. 3, al recesso intimato da datori di lavoro non imprenditori che svolgono, senza fini di lucro, attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto, si applicano le disposizioni di cui alla legge 15 luglio 1966, n. 604 , e successive modificazioni. (2)
2. Le disposizioni richiamate nei commi 1 e 1-bis si applicano anche quando le imprese o i privati datori di lavoro non imprenditori, di cui ai medesimi commi, intendano cessare l’ attività. (3)
3. Quanto previsto all’ Art. 4, commi 3, ultimo periodo, e 10, e all’ Art. 5, commi 4 e 5, si applica solo alle imprese di cui all’ Art. 16, co. 1. Il contributo previsto dall’ Art. 5, co. 4, è dovuto dalle imprese di cui all’ Art. 16, co. 1, nella misura di nove volte il trattamento iniziale di mobilità spettante al lavoratore ed è ridotto a tre volte nei casi di accordo sindacale. (4)
4. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano nei casi di scadenza dei rapporti di lavoro a termine, di fine lavoro nelle costruzioni edili e nei casi di attività stagionali o saltuarie.
5. La materia dei licenziamenti collettivi per riduzione di personale di cui al primo co. dell’ articolo 11 della legge 15 luglio 1966, n. 604, come modificato dall’ articolo 6 della legge 11 maggio 1990, n. 108, è disciplinata dal presente articolo.
6. Il presente articolo non si applica ai licenziamenti intimati prima della data di entrata in vigore della presente legge. (5)

(1) co. così modificato dall’ Art. 1, co. 4, D.L. 26 maggio 1997, n. 151. Per un’ interpretazione autentica dell’ ultimo periodo del presente comma, vedi l’ Art. 8, co. 4, D.L. 20 maggio 1993, n. 148, conv. in L. 19 luglio 1993, n. 236.
(2) co. inserito dall’ articolo 1, co. 1, del D. Lgs. 8 aprile 2004, n. 110.
(3) co. sostituito dall’ articolo 1, co. 2, del D. Lgs. 8 aprile 2004, n. 110.
(4) co. così sostituito dall’ Art. 8, co. 1, D.L. 20 maggio 1993, n. 148, conv. in L. 19 luglio 1993, n. 236.
(5) Vedi, anche, l’ articolo 1 co. 17 della legge 23 agosto 2004, n. 243 e l’ articolo 7, co. 4-bis, del D.L. 31 dicembre 2007 n. 248.


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