Rapporti di lavoro subordinati – Elementi distintivi | ADLABOR

Il lavoro subordinato è un rapporto di lavoro tipico e privilegiato nel nostro ordinamento. Lo schema sintetizza i criteri per distinguerlo dal lavoro autonomo.

 

Rapporti di lavoro subordinati – elementi distintivi
Soggezione al potere direttivo del datore di lavoro

(Codice civile, artt. 2086, 2094, 2104)

Il rapporto di lavoro si qualifica come subordinato quando il suo svolgimento è caratterizzato dai seguenti elementi:

Costituiscono elementi decisivi:

–   la specificità dell’attività cui viene adibito il lavoratore;

–   l’emanazione di ordini specifici da parte del datore di lavoro o delle persone che lo rappresentano nell’organizzazione aziendale (rapporto gerarchico);

–   l’esercizio di una assidua attività di vigilanza e controllo dell’esecuzione delle prestazioni lavorative da parte del datore di lavoro o delle persone che lo rappresentano nell’organizzazione aziendale;

 

Costituiscono elementi sussidiari:

–   l’assenza del rischio d’impresa;

–   la continuità della prestazione;

–   la durata del rapporto;

–   l’osservanza di un orario vincolante;

–   la localizzazione della prestazione (prestazione resa nella sede dell’impresa o nei luoghi indicati dal datore di lavoro);

–   le modalità di erogazione della retribuzione, se correlata a quantità e qualità del lavoro (periodicità e misura fissa).

Giurisprudenza: Ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro occorre indagare l’effettiva volontà delle parti ed, in particolare, l’esistenza o meno del vincolo di subordinazione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro. Tale potere si realizza nell’emanazione di ordini specifici oltre che nell’esercizio di una assidua attività di vigilanza e controllo sull’esecuzione della prestazione lavorativa. (Cass. 7 febbraio 2013 n. 2931).

Per la qualificazione del contratto di lavoro come autonomo o subordinato – ai fini della quale il nomen iuris attribuito dalle parti al rapporto può rilevare solo in concorso con altri validi elementi differenziali o in caso di non concludenza degli altri elementi di valutazione – occorre accertare se ricorra o no il requisito tipico della subordinazione, intesa come prestazione dell’attività lavorativa alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore e perciò con l’inserimento nell’organizzazione di questo, mentre gli altri caratteri dell’attività lavorativa, come la continuità, la rispondenza dei suoi contenuti ai fini propri dell’impresa e le modalità di erogazione della retribuzione non assumono rilievo determinante, essendo compatibili, sia con il rapporto di lavoro subordinato, sia con quelli di lavoro autonomo parasubordinato (Cass. 18 gennaio 2013 n. 1227)

Soggezione al potere disciplinare del datore di lavoro

(Codice civile, art. 2104)

Costituisce elemento sussidiario:

– l’applicazione di sanzioni disciplinari con le procedure previste dall’art. 7 della Legge 300/1970

 

Giurisprudenza: Per la distinzione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, al criterio dell’apparenza del diritto il giudice deve preferire il criterio dell’effettività del rapporto, in quanto la subordinazione è la soggezione del lavoratore all’altrui effettivo potere direttivo, organizzativo, di controllo e disciplinare . (Cass.  5 marzo 2012 n. 3418)
Soggezione al potere organizzativo del datore di lavoro Costituiscono elementi sussidiari:

–   l’inserimento formale nell’organizzazione datoriale;

–   l’esercizio da parte del lavoratore dei tipici poteri datoriali (direttivo, organizzativo, disciplinare);

–   l’utilizzazione non occasionale di attrezzature, strumenti ed abbigliamento forniti dal datore;

–   l’attribuzione di strumenti con segni distintivi datoriali (biglietti da visita, casella di posta elettronica aziendale, ecc.)

–   registrazione sul libro unico del lavoro;

–   l’esercizio non occasionale di poteri di rappresentanza di fatto.

Giurisprudenza: In caso di prestazioni che, per la loro natura intellettuale, mal si adattano ad essere eseguite sotto la direzione continua del datore di lavoro, ai fini della qualificazione del rapporto come subordinato o autonomo, cioè l’assoggettamento del lavoratore al potere organizzativo del datore di lavoro, deve essere verificata mediante il ricorso ad elementi sussidiari, che il giudice di merito deve individuare attribuendo prevalenza ai dati fattuali emergenti dal concreto svolgimento del rapporto. (Cass. 20 agosto 2012 n. 14573)

 


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