11 Ottobre 2011

Testo Unico sull’apprendistato

E’ stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n.236 del 10 ottobre 2011, il Decreto Legislativo 14 settembre 2011, n. 167, con il quale è stato riformato il contratto di apprendistato sulla base della delega contenuta nell’articolo 1, comma 30, della legge n. 247/2007 e nell’art. 46 della legge n. 183/2010.

Il provvedimento entrerà in vigore il 25 ottobre 2011.

In sintesi, questi i punti di principale interesse:

– viene affermato una volta per tutte che, in via generale, il contratto di apprendistato è un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (art. 1, co. 1). Viene però previsto che la contrattazione collettiva possaprevedere contratti di apprendistato a tempo determinato per le attività stagionali, ma tale possibilità è espressamente prevista solo per l’apprendistato professionalizzante (art. 4 co. 5);

– viene delegata alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente piè rappresentative a livello nazionale la concreta disciplina contrattuale nel rispetto di alcuni principi: forma scritta, patto di prova, piano formativo individuale, divieto di cottimo, inquadramento fino a due livelli inferiori a quello finale o pagamento della retribuzione in percentuale, presenza di un ‘tutor aziendale’, riconoscimento della qualifica professionale da far valere all’interno o all’esterno dell’azienda, registrazione della formazione sull’apposito libretto, possibilità di finanziamento dei percorsi formativi attraverso i fondi paritetici, possibilità di prolungare il periodo di formazione a seguito di assenze involontarie come la malattia o l’infortunio, divieto di recesso per le parti durante il periodo formativo, divieto di licenziamento, durante la formazione, se non per giusta causa o per giustificato motivo,possibilità per entrambe le parti di recesso con preavviso al termine del periodo formativo attraverso (art. 2);

– il numero massimo di apprendisti assunti in contemporanea presso lo stesso datore di lavoro pari al 100% dei qualificati e degli specializzati in forza (chi non ha dipendenti o ne ha meno di tre ne può assumere fino a tre). Per le imprese artigiane valgono i limiti previsti dall’art.4 della legge n. 443/1985, con un numero di apprendisti variabile fino ad un massimo di 24, in funzione del settore merceologico e della dimensione dell’impresa artigiana;

– Vengono previste tre tipologie di apprendistato:

a) apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (art. 3): rivolto ai giovani che abbiano compiuto i quindici anni e fino al compimento dei venticinque anni, utilizzabile in tutti i settori merceologici, ha la finalità di assolvere all’obbligo di istruzione o conseguire il diploma professionale: possono essere assunti con tale tipologia in tutti i settori per l’assolvimento. La durata del contratto non può, in ogni caso superare il triennio (quattro anni se il giovane deve conseguire un diploma professionale regionale). La regolamentazione è rimessa alle singole Regioni ed alle Province autonome di Trento e Bolzano;

b) contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere (art. 4): rivolto aigiovani compresi tra i diciotto e i ventinove anni (con anticipo ai diciassette per chi è in possessodi una qualifica professionale), è possibile in tutti i settori di attività pubblici e privati. La durata non potrà superare i tre anni (cinque per quelle artigiane). C’è la possibilità che la contrattazione collettiva possaprevedere contratti di apprendistato a tempo determinato per le attività stagionali.

c) contratto di alta formazione e ricerca (art. 5): rivolto ai giovani di età compresa tra i diciotto ed i ventinove anni, è possibile in tutti i settori produttivi pubblici e privati (per il settore pubblico occorrerà attendere però un apposito decreto da emanarsi entro i prossimi dodici mesi), compresi gli studi professionali (per i quali però è necessaria una disciplina ad hoc, predisposta dai singoli ordini). Tale tipologia è finalizzata al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore, di titoli di studio universitari o di alta formazione, compresi i dottorati di ricerca o la specializzazione tecnica superiore.

– entro dodici mesi dalla entrata in vigore del decretoil Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’istruzione,dellauniversita’edellaricerca,e previa intesa con le Regioni e le provinceautonomedefinirà,nel rispetto delle competenze delle Regionieprovinceautonome gli standard per la verifica dei percorsi formativi(art. 6);

– sono previsti vari tipi di sanzioni per gli eventuali inadempimenti: così, ad esempio il datore di lavoro che non impartisce formazione per sua responsabilità è tenuto a pagare la differenza contributiva tra quanto già erogato e il livello che avrebbe dovuto raggiungere il lavoratore al termine della formazione, maggiorato del 100% (art. 7, comma 1); le violazionidelle disposizioni della contrattazione collettiva riferite ai principi enunciati dall’art. 2, comma 1, lettere a), b), c) e d) (in materia di forma scritta, patto di prova, piano formativo, divieto di cottimo, inquadramento contrattuale, presenza del ‘tutor’), sono punite in via amministrativa con una sanzione compresa tra 100 e 600 euro, per ogni singola violazione (in caso di recidiva l’importo è compreso, tra 300 e 1500 euro) (art. 7, co. 2);

– gli apprendisti non rientrano nel computo dei limiti numerici previsti da leggi o contratti collettivi per l’applicazione di particolari normative ed istituti, a meno che la loro computabilità non sia espressamente prevista da norme di legge o da contratti collettivi (art. 7, co. 3);

– i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità possono essere assunti con contratto di apprendistato finalizzato alla loro qualificazione o riqualificazione professionale, con agevolazioni contributive per i datori di lavoro (art. 7, co. 4);

– i benefici contributivi per l’assunzione di apprendisti (tranne nel caso di assunzione dalle liste di mobilità) restano gli stessi e sono mantenuti per un anno dopo il consolidamento del rapporto, al termine del periodo formativo (art. 7, co. 9);

– datori di lavoro con sedi in piè Regioni possono fare riferimento al percorso formativo della regione dove è la loro sede legale e possono accentrare le comunicazioni al centro per l’impiego (art. 7 co. 10);

– restano ferme le competenze delle Regioni a Statuto speciale e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.

– per i contratti di apprendistato in essere resta confermata la disciplina precedente (art. 7 co. 6)

Il testo del provvedimento è consultabile sul sito www.adlabor.it alla voce: Normativa/Apprendistato/Disciplina generale.

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